C’era una volta, e mi dicono ci sia ancora, un omino che si chiamava proprio così: il Creatore dei Giardini, chiamato anche Rubin. Egli viveva un po’ ovunque nello spazio, nelle foreste o nelle città.
Una sera si trovava solo sul bordo di un bel laghetto e fissava malinconico il riflesso della luna.
“Perché sei triste?” Chiese allora la luna. Un po’ meravigliato che la luna parlasse, lui le rispose: “Sai Luna, io creo un’infinità di giardini fantastici, ricchi di ogni ben di Dio. Ogni essere di questa terra ne ha alcuni a disposizione dentro di sé, ma pochissimi se ne ricordano. Per fortuna fruttano in parte anche da soli, ma se sapessero … ne trarrebbero maggior beneficio.”
La luna allora perplessa gli chiese: “Ma perché mai non glielo dici?”.
Un po’ mogio Rubin rispose: “Luna, tu mi vedi e mi senti, ma per gli esseri umani io non esisto, non mi vedono e non mi sentono. Sono per loro come l’aria che respirano, trasparente.”
Dopo aver pensato per un attimo, Luna replica con un gran sorriso: “Sai, un mio vecchio amico aveva lo stesso problema. L’ha risolto entrando nei sogni degli esseri umani, lì ti possono vedere e sentire.”
“Che idea grandiosa hai avuto Luna, grazie!” disse Rubin.
Approfittando della notte, si diresse verso la casa più vicina. Al primo piano vide una finestrella aperta. Volò lassù e diede un’occhiata al suo interno. C’erano molti giocattoli e nel letto una splendida bambina che dormiva.
Il Creatore dei Giardini poteva anche vedere i sogni, così si accorse che la bambina stava sognando di essere in un prato dove andava in altalena ridendo.
Lei lo vide, si fermò e gli chiese subito: “Ciao, io sono Clara e tu chi sei?” “Sono il Creatore dei Giardini, ma se vuoi puoi chiamarmi Rubin” rispose sorridendo “Vuoi vedere un giardino magico?”
Anche Clara sorrise e gli diede la mano. Rubin le disse: ”Tieniti forte che partiamo!”. Ohh che meraviglia, partirono volando e attraversarono paesaggi fantastici dai colori, forme e personaggi più strani. Clara non poteva far altro che rimanere a bocca aperta meravigliata.
Si fermarono su una nuvoletta, davanti a loro una lunga scia di sfere luminose sfrecciavano in ogni direzione.
“Prendine una Clara, sono dei germogliatori, poi la porteremo nel giardino magico.” Così Clara afferrò una delle sfere luminose, era di un colore bianco-oro così bello!
Con la sfera di luce si avviarono verso casa. Una volta risistemata nel suo letto Clara, Rubin le disse: “Il giardino magico è dentro di te, dai, vieni che lo cerchiamo.”
Così Clara si ritrovò a fare un viaggio ancora più strano, proprio dentro di sè. Arrivati nel cuore di Clara, la sorpresa! C’erano davvero dei giardini lì dentro…
“Ma quale sarà quello magico?” chiese Clara. “Sono tutti magici” ribattè Rubin “ma quello che cerchiamo noi ora, si chiama Giardino delle Qualità”. Clara si guardò attorno e vide un campicello che aveva proprio un cartello con scritto “Giardino delle Qualità”. Ed è proprio lì dove andarono.
Rubin allora le spiegò che in quel giardino erano sepolti molti semi delle Qualità, alcuni ancora dormienti, altri appena germogliati e altri ancora già diventati dei veri e propri alberi. “Vedi” le disse “alcuni semi germogliano da soli, altri invece necessitano del germogliatore per risvegliarsi. Sì, proprio quella sfera di luce che tieni in mano. Prova a lanciarla verso il centro del giardino e vediamo cosa accade.” E così fece Clara.
La sfera sorvolò per un po’ il campicello, tuffandosi poi in una zolla di terra. La terra pulsò di luce per un attimo, poi una pianticella germogliò. Due foglioline tenere sbucarono dal terriccio.
Così andrà diretto a loro. E quando ne senti la necessità puoi andare a cercare altri germogliatori e risvegliare ancora altri semi. A quel momento Clara cominciò a sbadigliare borbottando: ”Ho sonno Rubin”. Così Rubin la prese in braccio riconducendola fuori e lasciandola tranquillamente continuare a dormire. Dopo averle dato un bacio sulla fronte, se ne andò tutto contento di aver potuto mostrare a qualcuno i Giardini. Il giorno seguente Clara svegliandosi non si ricordava nulla del sogno. Poco più tardi però, sentendo il calore del sole sulla testa, le tornò in mente. Allora corse a bere un bicchiere d’acqua bella fresca per le pianticelle e mangiò anche un pezzetto di pane per loro.
Clara con un gran sorriso rispose “Le togliamo papà!”
E Clara capì. La qualità germogliata nel sogno era il coraggio, quello che da tempo le mancava per imparare ad andare in bicicletta senza rotelle!
Come puoi immaginare Clara imparò ad andare in bicicletta senza rotelle superando le sue paure, e col tempo risvegliò sempre nuovi germogli e scoprì anche cosa fosse seminato negli altri giardini.
Ma questo non te lo racconto, potrai scoprirlo da solo. E … porta attenzione ai sogni, chissà che il nostro ormai felice Creatore dei Giardini non faccia visita anche a te …
Parole, commenti e suggerimenti all'autrice: vulcanbombett@hotmail.com
per scaricare la Fiaba in formato pdf clicca qui
6 commenti:
una storia che fa sognare, fantastica!
grazie, grazie infinite.
in questa storia ho ricosciuto una parte di me nonostante l'età che in tanti momenti ti porta lontano dal ricordare il bambino che vive dentro ognuno di noi.
farò tesoro di questa storia e inveterò di nuovo Rumin nei miei sogni, proprio come quando ero bambina.babel
bellissima Fiaba un grazie all'autrice per questo bellissimo regalo... l'ho già scaricato e stampato, non vedo l'ora di leggerlo a Lucia la mia dolce nipotina... sono certa che apprezzerà molto la storia del Creatore di Giardini.
Grazie!
nonna Franca
....Bellissima Fiaba... la leggerò ai miei figli :)
Bellissima fiaba, anche se non sono più giovane (60 anni)ancora una volta ho colto l'insegnamento: sempre dentro di noi, se si vuole,
si trova ciò che ci aiuta a crescere.
Grazie
davvero bella, grazie per la segnalazione..
un abbraccio Fratellone,
Ros
Posta un commento